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Come rendere a norma il proprio impianto elettrico?

Quando si vive in una vecchia abitazione o si è in procinto di acquistarne una nuova, ci sono alcuni interventi strutturali che devono obbligatoriamente essere fatti per rendere una casa vivibile e sicura. Tra questi, la progettazione o l’adattamento dell’impianto elettrico in regola con la normativa vigente.

Con il Decreto Ministeriale 37/08, un impianto elettrico può essere considerato a norma di legge se attestato tramite dichiarazione di conformità. Questa dichiarazione, rilasciata da un professionista abilitato, non è altro che una certificazione attestante la messa in regola dell’impianto.

Quando si parla di professionista abilitato, ci si riferisce al tecnico specializzato elettricista. Dunque, per progettare o adattare un impianto elettrico a norma sarà necessario rivolgersi a questa figura professionale, esperta di impianti e componenti elettriche.

Quali sono i requisiti per un impianto elettrico a norma?

Un impianto elettrico si definisce a norma se possiede alcune precise caratteristiche, le quali sono disciplinate, come accennato in precedenza, dal DM del 22/01/2008 n° 37 (riferimento normativo CEI-64/8). Questo decreto non è altro che l’aggiornamento della legge 46/90 riguardante la conformità degli impianti elettrici interni gli edifici.

Tali caratteristiche devono essere poi dichiarate dal professionista abilitato con il rilascio della certificazione di conformità. Dunque, se per le nuove costruzioni gli impianti devono possedere tale certificazione, cosa succede alle vecchie?

Per quanto riguarda tutti quegli impianti che sono stati realizzati prima dell’entrata in vigore del DM 37/08, o che non risultano essere conformi, è possibile metterli a norma sostituendo la dichiarazione di conformità con la dichiarazione di rispondenza DiRi. Per ottenerla si dovrà o rifare l’intero impianto elettrico, o cambiarne solo alcuni componenti ai fini della messa a norma.

È importante rivolgersi a professionisti abilitati che alla fine del lavoro, allegheranno nella dichiarazione di conformità tutti i progetti e gli schemi attinenti ai lavori di messa a norma.

Rifacimento o messa a norma dell’impianto elettrico: differenze e costi

Quando è necessario intervenire con dei lavori di ristrutturazione nella propria abitazione, perché l’impianto elettrico non risulta essere a norma, bisognerà rivolgersi a un tecnico elettricista che valuterà tipologia, dimensioni, potenza impiegata dell’impianto e relativi problemi strutturali.

Effettuato il sopralluogo, il professionista abilitato potrà definire la tipologia di intervento necessario per realizzare un impianto elettrico a norma.

Naturalmente, la semplice messa a norma di un impianto è molto differente dal suo completo rifacimento. Il rifacimento dell’impianto elettrico in un’abitazione privata può costare intorno ai 65/90 € per mq perché prevede, quantomeno, l’esecuzione di opere di muratura. Queste sono necessarie per applicare le tracce, al cui interno andranno poste delle canaline in cui passeranno i cavi.

I costi cambiano se si procede con un intervento di messa a norma, che solitamente consiste nel sostituire alcune componenti dell’impianto per renderlo a norma di legge, e certificare la rispondenza DiRi. La messa a norma risulta infatti meno dispendiosa rispetto a un rifacimento integrale. Questo perché l’elettricista non dovrà operare interventi di muratura e potrà lavorare solo sul ricambio di alcune componenti dell’impianto come quadro elettrico, cavi e punti di consegna.

Come rendere a norma il proprio impianto elettrico?
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